Guarda, ho esagerato con l'aggettivo "mistificatore".
Provo a spiegarmi. Per uno storico dell'arte "scientifico" (cioè un professionista che compie studi storici e ha come riferimento pubblicazioni di settore non dissimili da quelle delle scienze matematiche... esempio
qui), ascoltare Philippe Daverio è un'esperienza simile a quella di guardare una puntata di Ulisse per un biologo o un geologo.
Si tratta di programmi di divulgazione spesso ben costruiti, specie dal punto di vista della regia, ma non esenti da epocali inesattezze. Nel caso di Passpartout (che guardo anche io, eh?), è divulgazione di livello grammaticale leggermente più alto, pensata per un pubblico che abbia ovviamente superato una fase di alfabetizzazione artistica almeno basilare, com'è molto pubblico colto italiano non specialista della materia. E' un programma che ha come target, per esempio, il pubblico delle mostrre.
Daverio è un personaggio principalmente televisivo e mediatico, così come Sgarbi (ma è più simpatico, certamente).
Entrambi, per esempio, hanno la tendenza a parlare e a scrivere di arte prodotta in QUALSIASI periodo storico, dai Micenei a Basquiat, cosa che nessuno storico dell'arte accademico fa più dal 1905 circa. Entrambi ricoprono cariche politiche e universitarie d'apparato, più che di sostanza (Daverio è rettore della IULM, che è tutto dire...). E nessuno di loro produce materiale scritto che possa anche lontanamente definirsi scientifico.
Nessuno di loro, a quanto sappia io, ha pubblicato negli ultimi trent'anni qualcosa che richiedesse un approccio storico-artistico REALE (ovvero basato su indagini d'archivio, storia collezionistica, analisi tecniche e del restauro, iconografia...) e che conducesse a risultati scientifici ORIGINALI. Scrivono (o meglio... si fanno scrivere, soprattutto Sgarbi) centinaia di pagine, il 99% delle quali è composto da introduzioni a cataloghi di mostre, libri di estetica o articoli su riviste patinate. Roba che qualsiasi laureato in lettere appena appena interessato all'argomento potrebbe tirar fuori senza problemi... e che di fatto FA, vista l'abbondanza di ghostwriters nel settore.
Senza dimenticare poi che Sgarbi ebbe il coraggio di recensire positivamente la mostra di pittura di Romina Power, e che Daverio è un appassionato supporter di Gina Lollobrigida e delle sue sculture.
rispettivamente:
![Immagine inserita](http://www.zenworld.it/arte_archivio/Fujiama.jpg)
![Immagine inserita](http://visualrian.ru/ru/images/zooms/RIAN_167521.jpg)
Attenzione: non che ci sia niente di male nella divulgazione, tutt'altro.
Ma è un campo della cultura altamente rischioso, perchè è quello che mobilita grandi masse di denaro (a differenza della rivista di bizantinistica, letta da me e da altri 10 in Italia). La differenza sta nell'approccio. In Inghilterra, per esempio, esiste una gloriosa tradizione di divulgazione artistica di elevatissimo livello, scritta da eminenti studiosi che semplicemente propongono risultati aggiornati e di qualità con un linguaggio meno ricco di tecnicismi e più piacevole.
In Italia, no. Quello del divulgatore è un "mestiere". Che fa Alberto Angela, per dire.
C'è anche un altro aspetto tremendo. La presenza imperante di questi personaggi danneggia incredibilmente la reputazione dello storico dell'arte, che agli occhi del popolo ha assunto l'immagine stereotipata del tizio snob, intellettuale e iracondo capace di esaltarsi per quattro schizzi di merda su una tela. Non sai quante volte, nel momento in cui rispondo a domande relative al mio lavoro, mi sento dire "Ah, fai concorrenza a Sgarbi!"
In più, si è creata una confusione epocale tra la figura dello
storico dell'arte (che è uno STORICO che si occupa di produzione artistica con approccio scientifico) e quella del
critico (che è un professionista in contatto con il mondo della produzione contemnporanea e interessato a direzionare il mercato).
Detto questo, PAsspartout è un programma interessante e piacevole, soprattutto quando parla di produzione esotica o contemporanea (ambiti in cui Daverio è più preciso). Bisogna solo fare attenzione a non prendere il conduttore per un "sapiente" o uno studioso, perchè non lo è. E' un buon divulgatore, senza dubbio.
EDIT: No, la scultura della Lollo è già venduta, nel caso foste interessati.
Modificato da Zosimos, 15 July 2011 - 19:13 PM.